Avevo deciso per un altro argomento per questa edizione (e avevo già largamente abbozzato il testo), ma poi creando un contenuto dedicato agli abiti bianchi a Cannes, ho avuto un’epifania. E quando ne ho una devo seguirla. Nel mio desiderio di approfondimento sui colori, mi è sembrato quantomeno ideale il fatto che questa newsletter fosse prevista per oggi, il 3 giugno, l’anniversario del mio matrimonio. E quindi oggi, parliamo del bianco.
Il bianco è un colore primordiale, tra i primi colori utilizzati dall’uomo nelle pitture rupestri insieme al nero e al rosso. Per crearlo utilizzavano le ossa calcinate, la calcite, il caolino o rocce silicee.
Oltre che come pigmento in pittura, il bianco (anche se di un bianco sporco parliamo), era tra i colori più comuni nell’antichità. Lino e lana, le principali fibre tessili usate per gli indumenti, venivano utilizzati al naturale, oppure sbiancati lasciandoli al sole quando la mattina presto la rugiada agisce come acqua ossigenata. Successivamente, in epoca romana, si ricorreva alla macerazione nel latte o nel gesso stemperato. Solo in epoca moderna (dopo il 1492) l’uomo è riuscito ad ottenere un bianco stabile, che però, fino al XVIII secolo con la scoperta del cloro, era molto costoso e quindi appannaggio dei ceti più ricchi.
Colore d’elezione delle divinità, dall’antico Egitto al cristianesimo, nell’antica Grecia la scelta di vestirsi di bianco era sintomo di virtù, mentre tra i romani era tra i colori indossati dagli uomini.
Ampiamente usato per le vesti dei sacerdoti cristiani, il bianco si opponeva al colore che era considerato “impuro” e sotto Innocenzo III, che definisce per ogni simbologia liturgica un diverso colore, viene associato a tutte le festività connesse a Cristo, agli angeli e alla Vergine, perchè simbolo di purezza e grazia.
Divinità, purezza, regalità, eleganza, ma anche pulizia e igiene. Dalla scoperta del cloro in poi il bianco diventa anche il colore per eccellenza di tutti i prodotti destinati alla cura del corpo. Ultima associazione simbolica, in tempi recenti quella con la tecnologia, ma un tipo di tecnologia particolare: di design, minimale, efficiente. Complice un signore chiamato Steve Jobs, che ha rivoluzionato il mondo della tecnologia introducendo l’iPod.
L’abito bianco…
…del Papa
Parlando di abiti bianchi, il primo abito che tradizionalmente è stato associato a questo colore è stato quello del Papa. La prima codifica ufficiale dell’abito talare bianco per il pontefice, da indossare con un mantello porpora su esempio degli imperatori romani, risale probabilmente a papa Gregorio X (1271-1276). La motivazione per questa combinazione cromatica è da far risalire a Guglielmo Durando, che lo spiega così nel suo Rationale divinorum officiorum (1286):
Il papa appare sempre vestito esteriormente con cappa rossa, mentre internamente è vestito di bianco, poiché deve risplendere interiormente per innocenza e carità, ed esteriormente arrossire per compassione.
…che fa sognare!
Arriviamo all’abito da sposa. È sempre stato bianco? Decisamente no. Anticamente, e ancora in alcune culture, la sposa indossava abiti colorati connessi con particolari simbologie (rosso per la fortuna, verde per la fertilità), spesso arricchiti da fili d’oro e d’argento.
Ad inaugurare la tendenza della sposa in bianco è stata una regina, la Regina Vittoria, che nel 1840 per il suo matrimonio con Alberto di Sassonia-Coburgo-Gotha decise di indossare un abito bianco con il preciso intento di comunicare purezza e innocenza, due tra le principali qualità sostenute dalla regina. Una scelta d’immagine molto precisa che le permise di diffondere in maniera efficace la sua concezione morale della società e che, come abbiamo visto ha fatto storia.
Il bianco per le spose è generalmente riservato al primo matrimonio, anche oggi che trovare una sposa vergine è più unico che raro. Per seconde nozze ci si orienta maggiormente su colorazione analoghe come l’avorio, il crema, le sfumature del rosa oppure si vira sul colore. Oltre alle ragioni di etichetta, la scelta del bianco giusto per l’abito non è banale: in quel giorno ogni sposa desidera essere valorizzata al massimo e, come ormai sappiamo, scegliere il colore giusto fa tutta la differenza del mondo.
Si fa presto a dire bianco, c'è quello raffinato e quello dozzinale, ogni sfumatura ha un suo carattere proprio. - Murakami






Infine, alcuni consigli di Armocromia
Se la tua stagione cromatica è l’inverno, quindi hai colori freddi e profondi, soprattutto se hai un contrasto molto alto, il bianco ottico o il ghiaccio sono sicuramente una scelta di successo, al contrario se hai colori caldi e soffusi, come l’autunno, l’avorio o il crema è preferibile per te, perchè hanno al loro interno delle puntine di giallo.




Per le stagioni chiare come l’estate e la primavera il bianco è delicato, soffuso e morbido: un bianco seta è l’ideale, di temperatura più fredda per l’estate, un bianco latte, e più calda, come un bianco burro, per la primavera.




Determinante anche la scelta del tessuto e dei dettagli: tessuti lucidi e dettagli scintillanti per le stagioni brillanti come l’Inverno e la Primavera, tessuti opachi, dettagli satinati e dolci per Autunno ed Estate.
Ovviamente sono indicazioni generiche, che non prendono in considerazione i sottogruppi nè gli obiettivi di stile e comunicazione. Per questi, serve una consulenza personalizzata!
In conclusione
Abbiamo visto quanto a livello simbolico il bianco sia un colore a tutti gli effetti, almeno nel campo della consulenza d’immagine. Tuttavia il bianco permette di togliere dalla percezione un’informazione importante, affascinante e totalizzante come il colore e questo ci da la possibilità di concentrare la nostra attenzione sulla struttura delle cose. Non a caso quando si progetta un abito, un passo importante è realizzare la tela.
La tela, sempre in bianco, è la prima bozza effettiva dell’abito che serve a valutarne struttura e vestibilità procedendo allo sdifettamento. Bianchi anche i tessuti utilizzati per il moulage (o draping) una tecnica manuale, attraverso cui il tessuto viene scolpito direttamente su manichino sartoriale. In questo modo si può realizzare un abito in un unico pezzo, trasformandolo in forme geometriche e in creazioni fluide e perfette.
Bianco puro, divino, regale. Il bianco riesce a sprigionare l’essenza del contenuto.